climbing pills

bibliografia (post in perpetuo aggiornamento)

In questo post inserisco alcuni titoli di pubblicazioni che potrebbero interessare chi ha voglia di approfondire un po' alcuni periodi, aspetti e personaggi della storia dell'arrampicata e dell'alpinismo.

Qui stilo un elenco corredato da una breve descrizione. Può essere che alcune pubblicazioni e personaggi vengano poi meglio analizzate in un post a parte: in questi casi inserirò i link corrispondenti.

storia dell'arrampicata romana - I

La mia storia di arrampicatore comincia una domenica mattina al Precipizio del Circeo.

Avevo cambiato da poco scuola: dal “Tasso” al “Giulio Cesare”. Qui c'era un ragazzo, Lorenzo, figlio di amici di famiglia, che aveva fatto il corso di roccia con la "Paolo Consiglio" l'anno prima.
Avevamo sedici anni. Ma lui – beato lui! - già arrampicava. E quanto a me, gli dissi che volevo cominciare. Mi parlò del Monte Morra, la palestra storica dei rocciatori romani… Mi disse che mi ci avrebbe portato.
Qualche giorno dopo, all’uscita di scuola, Lorenzo mi presentò Fabio, anche lui “Giulio Cesare”, anche lui fresco di corso.

In quel momento avevo all'attivo tre estati di vie ferrate nelle Dolomiti con mio padre. E spesso, in quei giri su e giù per il Sella, il Catinaccio, il Sassopiatto, lo Sciliar, le Odle e le Tofane, mi ero ritrovato a fantasticare su quelli che, oltre a indossare casco e imbraco come noi, camminavano per i ghiaioni o i prati con la corda legata dietro la schiena, martello chiodi e altri strani aggeggi che penzolavano.

(Lì ho scelto, ho capito cosa mi sarebbe piaciuto imparare. Quella cosa là: la roccia, le ascensioni in parete. Un desiderio infantile. Come quando il bambino dice: da grande farò questo. Però mi sembrava al tempo stesso una cosa impossibile, una cosa per uomini speciali).

storia dell'arrampicata romana (intro)

Questa storia non punta a raccontare come sono andate realmente le cose, chi erano le persone, quali furono i luoghi.
Racconta quel che io ho visto e vissuto, per come lo ricordo oggi.
Non aspiro a nessuna ricostruzione. A nessuna verità che non sia quella del tutto soggettiva dei miei pensieri, dei miei sentimenti, delle emozioni di allora e di adesso.

Perché guardarsi indietro?

Non sono un nostalgico. Mentre scrivo m'interrompo spesso, pensando a dove e con chi arrampicherò sabato prossimo. Penso alle falesie che vorrei vedere, alle vie che vorrei provare.
E però, penso anche di essere stato fortunato, perché la mia adolescenza (e prima giovinezza) l'ho vissuta idealmente fra le pareti di Sperlonga e Pietrasecca, tra Finale Ligure e il Verdon. Fu una stagione irripetibile, almeno per me. E mi piace l'idea, nata con qualche amico, di raccontarne una parte: quella che riesco, appunto, a ricordare...

(Roberto Bassi "in visita" a Sperlonga nel 1986, su Reggae per Maometto, 7a+. Foto Bevilacqua)

 

storia dell'arrampicata romana (prologo)

From: "andrea detto gig(g)io" to "Mario"

Ciao Mario [il nome è inventato, l'autore mi ha chiesto di non divulgare il suo, n.d.r.],
già tempo fa ti chiesi se ti facesse piacere diffondere la tua storia dell'arrampicata romana fra i miei pischelli del corso di arrampicata caiano.
Ora per comodità mi piacerebbe organizzare un po' di cose - fra cui quella - in uno spazio comodamente consultabile e aggiornabile, e soprattutto utilizzabile di anno in anno senza dover rimettere assieme tutto ogni volta.
Ergo: mi farebbe piacere inserire la tua storia in uno spazio di blogging dedicato al corso.
Se la cosa ti fa piacere, procedo. Se non ti sfagiola, va bene così.

ciao,
andrea

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From: "Mario" to "andrea detto gig(g)io"

ciao Andrea,
beh sono un po' sorpreso (in senso positivo...) di questo interesse.
Ovviamente puoi prelevare e fare ciò che vuoi. Ho sempre ribadito (forse sbagliando, forse a ragione) che non sono interessato a copyright. Ho voluto condividere pubblicamente, e così sia.

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From: "andrea detto gig(g)io" to "Mario"

Sorpreso?
Io trovo che sia una bellissima storia.
Una storia di un ragazzo normale, per una volta; una storia normale ma allo stesso tempo speciale.
Come può esserla quella di ciascuno di noi, vissuta da dentro.
La bellezza del tuo racconto è che il tuo dentro riesce a diventare il dentro di chi la legge.
Penso che - per una ragazzo che inizia ad arrampicare - sia fra le cose più appassionanti e coinvolgenti che possa leggere. C'è chi rimane folgorato.