Gli strumenti di assicurazione che utilizzeremo durante il corso sono due:
1) il grigri (ditta Petzl).
Da inizio 2011 è uscita la nuova versione di questo attrezzo, chiamata grigri2; è molto simile alla prima versione ma è più piccolo e leggero ed è utilizzabile anche con corde di diametro più piccolo dei 10mm del grigri tradizionale:
http://www.petzl.com/it/outdoor/assicuratori/grigri-2
2) il cinch (ditta Trango):
http://www.trango.com/belay_rappel/Cinch
Di seguito riporto indicazioni per l'utilizzo di questi oggetti, estratti dalle istruzioni e da materiale informativo reperibile sul web.
Grigri
Istruzioni (grigri2):
http://www.petzl.com/files/all/technical-notice/Sport/D14-GRIGRI2.pdf
Diametro della corda per cui l'attrezzo può essere considerato bloccante:
grigri >= 10mm
grigri2 >= 8.9mm
Raccolta di informazioni utili (grigri2):
http://www.petzl.com/it/outdoor/grigri-esperienza-prodotto
Filmati che illustrano le modalità di utilizzo:
I primi due sono relativi al grigri tradizionale, il terzo al grigri2; i filmati sono differenti ma le modalità di utilizzo illustrate sono le stesse, visto che i due oggetti (il "vecchio" e il "nuovo") funzionano nella stessa maniera.
http://dailymotion.virgilio.it/video/ke631qw5UTZVuJzprE
oppure (lo stesso video su youtube):
In questo filmato vengono mostrate due tecniche.
Quella identificata come classica è quella che trovate sulle istruzioni; ha come svantaggio la necessità di lasciare - anche se solo per pochi istanti - il capo di corda "sotto" durante l'operazione di "dare corda velocemente al primo di cordata".
La tecnica "nuova" (che ora nuova non è più) implica una manualità leggermente più evoluta ma dà la possibilità di non lasciare mai il capo di corda "sotto".
Vi verrà poi illustrata anche una piccola variante del metodo "nuovo", probabilmente un po' più comoda da utilizzare e forse per questo generalmente molto utilizzata.
Con capo di corda "sotto" intendo quello che - rispetto al primo di cordata - sta dall'altra parte rispetto al grigri: questo è il capo di corda da impugnare perché il grigri possa esercitare la sua azione.
Questo è invece il nuovo filmato che Petzl ha realizzato per il grigri2 - cambia poco nei contenuti, ma è più stiloso e accattivante, e poi ci sono chris e daila... uhhhhhh, all together a prorompere in urletti di eccitazione:
Se volete saltare gli spot promozionali (ma anche le belle inquadrature e sequenze di arrampicata) andate direttamente a 3:50 e state ad ascoltare Steve McClure (è il cuggino di Troy, quello dei Simpsons...). Il tutto è spiegato e illustrato molto bene; viene utilizzato quello che nei filmati precedenti era chiamato "metodo nuovo", che è poi quello che si è affermato (fra coloro che lo usano in modo corretto, purtroppo è necessario specificare).
Cinch
Il discorso cinch è un po' più complesso.
Adesso (2012) la Trango ha modificato le istruzioni d'uso, specificando di montare il cinch all'imbrago al contrario rispetto a come era stato indicato precedentemente.
Questa pratica esclude l'unica possibilità che il Cinch funzioni male - cioè che possa "stallare" e non bloccare (sempre che l'assicuratore non tenga la corda).
Di contro la corda esce peggio.
Riservandoci di cambiare idea dopo aver sperimentato in profondità il "metodo nuovo", noi continuiamo ad insegnare il "vecchio". Entrambi sono corretti e sicuri: la discriminante è se privilegiare un sistema un po' più scomodo ma un po' più "a prova di pirla" o viceversa.
Queste sono le vecchie istruzioni:
http://www.trango.com/image/userfiles/CinchInstrBookletCE.pdf
Diametro della corda per cui l'attrezzo può essere considerato bloccante: >= 9.4mm
Il filmato che illustra le "vecchie" modalità di utilizzo è stato rimosso. Non linko il "nuovo per non confondere le idee.
Il cinch ha una modalità di utilizzo differente dal grigri: c'è chi lo trova più comodo ed intuitivo, chi più macchinoso. Non c'è un attrezzo migliore ed uno peggiore: sperimentateli entrambi ed infine ognuno scelga quello con cui si trova meglio.
Oggettivamente c'è da dire che il cinch si usura più velocemente del grigri; molti arrampicatori hanno sperimentato che dopo un certo periodo di tempo si consuma e l'azione di bloccaggio automatico risulta indebolita o annullata. Questo periodo dipende naturalmente da molti fattori, in primis la frequenza di utilizzo ma anche la cura nella manutenzione dell'oggetto e della corda.
Questo fatto è ormai risaputo ed ammesso anche dal costruttore; per aumentare la vita del cinch si consiglia di utilizzare sempre uno straccio da serrare attorno al capo sotto della corda durante le operazioni di calata: in questo modo la corda viene ripulita da polvere e sporcizia, che - facendo attrito con la camma durante lo scorrimento - sono il principale fattore di usura dell'attrezzo.
Con il grigri non si registrano problemi di questo genere.
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Il principio di funzionamento di base dei due oggetti è simile: creare un'ansa di corda all'interno di un meccanismo semimobile. Quando la corda viene messa in tensione brusca trascina una parte del meccanismo (detta camma) in modo da schiacchiare l'ansa di corda al suo interno e creare quindi un forte attrito che blocca lo scorrimento.
Qual è il rischio?
Il rischio è quello che - per qualche motivo - questo meccanismo di auto-bloccaggio non entri in funzione (dico auto-bloccaggio perchè è la sola trazione della corda che provoca la chiusura della camma, e se tutto funziona perfettamente non c'è bisogno di un'azione di tenuta da parte dell'assicuratore).
Il problema è proprio l'inciso in corsivo: se tutto funziona perfettamente.
allievo joker: Ma infatti, io non ho ancora capito perché, se questi cosi sono in grado di chiudersi e bloccare la corda senza che io faccia nulla, mi stiate a macinare il belino con questa mano "sotto"...
istruttore hartmann: come ti ho detto, nella stragrande maggioranza dei casi questi oggetti bloccano da soli. Vuol dire che in qualche caso il meccanismo potrebbe non svolgere il suo compito. Se in quello sfortunato frangente attaccato alla corda ci fosse il tuo culo, cosa diresti?
allievo joker: eh, cosa direi. La sfiga.
istruttore hartmann: certo, la sfiga. La sfiga esiste, e ci guarda. Sempre. Però possiamo parlare di vera sfiga, la sfiga pura ed immacolata, la dea Sfiga insomma, solo se succede un patatrac quando abbiamo preso tutte le precauzioni necessarie per lavorare al massimo della sicurezza e messo in atto qualche accorgimento per cercare di limitarne gli effetti. Se non abbiamo fatto questo possiamo parlare di sfiga mista ad imprudenza o incapacità o distrazione. E' proprio questo secondo elemento che dobbiamo cercare di annullare. La mano "sotto" serve a questo: a parare la sfiga. In fondo, messa lì sul capo "sotto" ce l'hai quasi sui coglioni (reali o allegorici che siano), no? Consideralo un gesto apotropaico.
allievo joker: capisco. Ma, giusto per sapere, come mai a volte il coso non blocca?
istruttore hartmann: amico, la prossima volta che ti sento chiamare coso il bloccante ti svito il cranio e ti cago in gola. Bloccante, capito? Allora, il bloccante può non bloccare per vari motivi. Nella maggior parte dei casi questi motivi sono errori: per esempio tenere il capo di corda "sopra" (quello che, rispetto al bloccante, sta dalla parte di chi scala da primo) è il modo migliore per impedire al meccanismo di blocco di intervenire correttamente. Attenzione perché tenere il capo "sopra" può venire abbastanza spontaneo; visto che è quello che dobbiamo tirare per dare corda, spesso la mano rimane lì. Occhio, quindi! Meglio abituarsi a non abbandonarla in quella posizione anche quando è inattiva. Un altro errore è quello di impedire alla camma di chiudere la corda tenendola con la mano: soprattutto con il grigri può capitare di dimenticarsi la mano sulla camma e di serrarla per sbaglio (per rilflesso, in un momento di paura come può essere quello della trattenuta di un volo, viene da stringere). In generale, anche a prescindere da errori palesi, la posizione in cui viene tenuto il bloccante nella operazione di assicurazione può incidere sull'efficacia dell'operazione di trattenuta.
C'è poi da considerare che spesso i bloccanti vengono utilizzati con corde di diametro più piccolo rispetto a quello minimo indicato nella istruzioni. In questo caso il comportamente dell'attrezzo diventa spesso dinamico, quindi implica necessariamente l'intervento dell'assicuratore perchè il bloccaggio della caduta avvenga. Purtroppo molte persone si dimenticano di questo piccolo particolare, o lo sottovalutano. E' un buon modo per utilizzare il compagno come testa di trivellazione per il petrolio, però vi devo dire che il terreno delle falesie della nostra zona non sembra molto fornito del prezioso idrocarburo.
Per chi non avesse afferrato chi sia l'istruttore hartmann, vi rimando alla sua lezione numero uno:
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Se i modi dell'istruttore Hartmann non vi fossero congeniali, ecco un altro modo di dire le stesse cose: quello che segue è un estratto del lavoro svolto in un convegno del 23-24 Maggio 2009 ad Arco. In quell’occasione erano presenti Giuliano Bressan del Centro Studi Materiali e Tecniche del CAI, Nicola Tondini del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane, Claudio Melchiorri della Scuola Centrale di Alpinismo del CAI, Oscar Piazza del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Durante il Convegno nell’area test situata ad Arco si svolse una mezzo giornata di prove pratiche sui Massi di Prabi, sotto al Colodri, dove si simularono i vari usi scorretti dei freni utilizzando una massa di ferro del peso di 60 kg, che ripetutamente si faceva cadere. Risultò evidente come molte delle modalità, che frequentemente si adottano nell’uso dei freni “semiautomatici” (Gri-gri, Cinch, Eddy) contravvenendo alle istruzioni delle case costruttrici, siano potenzialmente molto pericolose. Visto il proficuo lavoro fatto, si decise di riprendere questo lavoro nell’autunno, coinvolgendo anche la FASI e l’Alpenverein, in modo da ottenere un lavoro congiunto tra tutte l’entità che operano nel mondo dell’arrampicata. Così a dicembre 2009 ci si ritrovò a Verona, presso la palestra di arrampicata del King Rock, riprendendo i contenuti del convegno di maggio, che di seguito si riportano.
CAUSE DEGLI INCIDENTI IN ARRAMPICATA SPORTIVA
Si riportano in ordine di importanza e di frequenza le principali cause di incidenti riscontrate negli anni. Da notare, che se fino ad oggi le statistiche venivano principalmente dal Soccorso alpino, ora con la nascita di molte palestre indoor, si hanno molti più dati, ricavabili da incidenti sia gravi, che di minore entità, che solo la fortuna non ha resi tali.
1) Uso scorretto dei freni da parte dell’assicuratore. Al momento questa è sicuramente la causa principale di incidenti gravi o potenzialmente tali. Spesso i freni per l’assicurazione non vengono utilizzati secondo le indicazioni date dalle case costruttrici.
RISCHIO: l’arrampicatore che cade può arrivare a terra con conseguenze molto gravi.
2) Lasco di corda eccessivo lasciato dall’assicuratore al proprio compagno, spesso per semplificare il “dare corda” e perché si crede così facendo di fare una sicura più dinamica
RISCHIO: in caso di caduta nei primi metri l’arrampicatore rischia di arrivare a terra.
3) Sicura troppo statica da parte dell’assicuratore, con conseguente impatto violento dell’arrampicatore sulla parete. Si ha questo effetto quando ci si vuole opporre con tutte le forze alla caduta del compagno.
RISCHIO: soprattutto sugli strapiombi l’arrampicatore rischia di “ritornare” violentemente contro la parete (rottura caviglie o altri traumi)
4) Assicuratore di peso molto inferiore rispetto a chi arrampica.
RISCHIO: soprattutto in presenza di pochi attriti (vedi palestre indoor, ma non solo) l’assicuratore può essere sbattuto violentemente contro la parete e/o inalzato fino ad incastrarsi sul primo rinvio
4) Calata in moulinette più lunga della corda a disposizione. Fortunatamente questo rischio ultimamente è stato molto ridotto, essendo le corde in commercio molto più lunghe di una volta.
6) Nodo eseguito in modo errato. Non è fortunatamente una causa frequente. Il rischio è riducibile con un controllo reciproco, sempre da attuare nella cordata.
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FRENI SEMIAUTOMATICI
Errori possibili con i freni semiautomatici (grigri, cinch e confratelli):
Impedire alla leva di bloccaggio di entrare in azione (per dare meglio corda a chi arrampica) e contemporaneamente non avere la mano sulla corda frenante (Nb: la corda frenante è la corda che entra nel freno. La corda in uscita dal freno è quella che va al compagno di arrampicata). La maggior parte di chi utilizza in questo modo i freni semiautomatici, giustifica la scelta nella sua prontezza di riuscire a “mollare” il bloccaggio della leva, nel caso di caduta del compagno. Le statistiche e le prove effettuate ad Arco dimostrano però che basta un minimo di distrazione e il compagno è già arrivato a terra. Per fare un esempio, nella palestra indoor di Verona, in due anni si sono avuti 4 incidenti gravi e tutti e 4 causati proprio da questo errore nell’utilizzo di freni semiautomatici. Ma la casistica è pressoché uguale nelle altre palestre indoor e nelle falesie.
CONCLUSIONI
Una grande parte di incidenti in arrampicata sportiva si potrebbero tranquillamente evitare se i freni venissero utilizzati in modo corretto, secondo le indicazioni che le case costruttrici riportano nelle istruzioni. Il problema è che la maggior parte degli arrampicatori utilizza i freni, soprattutto quelli semiautomatici, in modo del tutto arbitrario, basandosi sugli usi comuni e senza valutare i rischi che tali impieghi comportano.
Tratto da: http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?keyid=37856
(nell'articolo linkato trovate anche riferimenti a tipologie di freno che non useremo)
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